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Riccardo Cuor di Leone è stato descritto come un personaggio crudele e violento, un figlio sleale, un pessimo sovrano, un crociato fallimentare, un vizioso e un temerario, che andò a morire scioccamente in un assedio senza importanza. Ma Riccardo Cuor di Leone è stato descritto anche - e nel nostro immaginario è questa la formula che sostanzialmente prevale - come un principe splendido e valoroso, un grande stratega, un modello e uno specchio di cavalleria, una leggenda.
Il punto sta proprio qui: Riccardo è stato descritto. Moltissimo. Di conseguenza, occuparsi della sua figura storica significa prima di tutto ascoltare un coro di voci narranti che giudicano, spiegano, inventano e spettegolano a proposito del sovrano e della sua bizzarra, affascinante famiglia, introducendo nel quadro personaggi quali Eleonora d'Aquitania e Saladino, Guglielmo il Maresciallo e re Artù.
Con mano esperta, Jean Flori ci accompagna in questo avventuroso viaggio che non si esaurisce nella ricerca di una concreta personalità, che sarebbe velleitario pretendere di trovare a distanza di così tanti secoli, ma mira piuttosto a enucleare le motivazioni e il vero e proprio calcolo che contribuirono a promuovere quell'immagine di re cavaliere che è giunta fino a noi.
Un'immagine che Riccardo aiutò in prima persona a costruire, curando con attenzione la regia delle proprie gesta e proponendosi come una sorta di portabandiera della trasformazione sociale e culturale che coinvolse l'Occidente del secolo XII, il secolo che «inventò» l'amor cortese e che, tra il fragore delle continue battaglie e il canto dei trovatori, propagandò l'etica e gli ideali dell'ordine cavalleresco.
(risvolto di copertina)
Volume rilegato con sovraccoperta, illustrato con alcune tavole a colori fuori testo e corredato di cartine geografiche e due alberi genealogici.
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