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Storoni Mazzolani Lidia (a cura di), Iscrizioni funerarie sortilegi e pronostici di Roma antica, Einaudi, 1973

Storoni Mazzolani Lidia (a cura di)


Iscrizioni funerarie sortilegi e pronostici di Roma antica

Einaudi


Stato di conservazione:

OTTIMO, dedica e autografo al frontespizio, lievissimi segni alla sovraccoperta, lievi piccoli aloni alle sguardie (tracce di nastro adesivo), per il resto come nuovo

Disponibilità: Già acquistato

€ 65,00

Scheda del libro

Autore Storoni Mazzolani Lidia (a cura di)
Titolo Iscrizioni funerarie sortilegi e pronostici di Roma antica
Sottotitolo Introduzione di Guido Ceronetti
Editore
Einaudi
Luogo di edizione Torino
Anno di pubblicazione 1973
Collana
I millenni
Edizione
I edizione
ISBN / # catalogo 553
Lingua
Latino - italiano
Pagine / contenuti pp. XXXVI, 325
Formato cm 22,5 x 14,5
Legatura cart. edit. in tutta tela con sovraccoperta, cofanetto
Note Introduzione di Guido Ceronetti
Stato di conservazione OTTIMO, dedica e autografo al frontespizio, lievissimi segni alla sovraccoperta, lievi piccoli aloni alle sguardie (tracce di nastro adesivo), per il resto come nuovo
Qualità
Prezzo € 65,00

Altre informazioni

Una antologia di testi epigrafici latini (tituli, epitaffi, iscrizioni varie) composti tra il III secolo a.C. e il IV secolo d.C., con traduzione italiana a fronte.
Fonti: Corpus Inscriptionum Latinarum, Berlin, 1863-1959; F. Buecheler, Carmina Latina Epigraphica, Leipzig 1895-97; H. Dessau, Inscriptiones Latinae Selectae, Berlin 1892-1916.

 

"La lettura delle iscrizioni latine, funebri la più parte, attentamente ricercate e tradotte da Lidia Storoni, è utile anche come piccolo antidoto attivo ai vapori velenosi che tanto più mortificano e oscurano la vita, quanto più soffocano le visioni e la realtà della morte.
Una visione unica, totalitaria, della morte, come limite da rimuovere materialmente, malattia della specie, privazione di Mani, e odio della Sapienza, servizio della morte. Ma c’è salvezza in questi pagani morti, perché c’è terra, etere, rogo, silenzio, sottomissione al fato, e la punta del rimpianto si alterna all’olio dell’appagamento e al chiarore dell’indifferenza. I Mani hanno in pugno la loro opera.
La morte è seria, mobile e pura, tutta avviluppata ancora nella sacralità che gli è indispensabile per non imbrattarsi nella volgarità di un evento o di un commercio qualunque. Padroni, schiavi e liberti sono tutti saldamente padroni della loro morte. Siamo in una misura tonale, tra virtù, dubbi e certezze, morale e metafisica, perfettamente classica".

(dal saggio introduttivo di Guido Ceronetti)

 

Volume fuori catalogo, raro!

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