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Cankar Ivan, Il servo Jernej e il suo diritto, Feltrinelli, 1977

Cankar Ivan


Il servo Jernej e il suo diritto

Feltrinelli


Stato di conservazione:

MOLTO BUONO, tagli ingialliti, qualche minuscola fioritura al piatto ant. della copertina, per il resto in ottime condizioni

Disponibilità: Già acquistato

€ 14,00

Scheda del libro

Autore Cankar Ivan
Titolo Il servo Jernej e il suo diritto
Sottotitolo Racconto
Editore
Feltrinelli
Luogo di edizione Milano
Anno di pubblicazione 1977
Collana
Universale economica
Numero 752
ISBN / # catalogo 3843
Lingua
Italiano
Pagine / contenuti pp. 107
Formato cm 18 x 10,8
Legatura brossura
Note Prefazione e traduzione dallo sloveno di Arnaldo Bressan
Stato di conservazione MOLTO BUONO, tagli ingialliti, qualche minuscola fioritura al piatto ant. della copertina, per il resto in ottime condizioni
Qualità
Prezzo € 14,00

Altre informazioni

Dov’è il Castello di Kafka? E dove la Vienna di Musil e di Roth? Ed è mai esistila la Trieste di Svevo? La vanità di cercarli sembra ormai manifesta: quei luoghi, quelle implacabili dissoluzioni, ormai possiamo avvertirti nelle nostre giunture; e chi li voglia rivisitare nel mondo, basta ormai che si rechi all'edicola. Ma la grande letteratura mitteleuropea non ci dà solo le disperazioni di un epoca di decadenza che continua ad essere la nostra, sul suo versante slavo ci consegna - con Cankar e poi con Hasek - un altro versante del mondo, che è quello della rivolta e ci appartiene quanto l’oppressione.
E di tale versante, uno dei capolavori assoluti è indubbiamente lo Jernej. Scritto all’indomani della rivoluzione del 1905, durante la quale migliaia di Jernej russi avevano appiccato il fuoco a centinaia di castelli e fattorie, la vampata in cui si conclude il racconto è dunque insieme una ricapitolazione e un paradigma del mondo. Perchè Jernej non si arresta alle soglie del castello, né la sua marcia attraverso la società e una fuga senza fine: inflessibile nella sua fede in Dio e nell’Imperatore quanto lo sono i meccanismi da cui pretende giustizia e che lo schiacciano, ogni suo passo e una nuova sconfitta; ma ogni sconfitta, se lo strappa a un’altra illusione, anche spoglia di quei meccanismi - che egli affronta con i loro propri principi - d’ogni necessità che non sia quella di proteggere la proprietà, ossia l’autentico dio che li governa.
E quando Jernej attenterà a questo dio, occulto perche fin troppo presente, dovrà perire a sua volta. Ma in un processo di straniamenti e ribaltamenti che, nello stile semplice e crudele della verità, ci consegneranno alla fine una denuncia sociale implacabile e di intatto vigore e un personaggio in cui si addensano - nati dalla dialettica di signoria e servitù che ancora ci domina - gli scontri e i fuochi futuri delle nostre stesse esistenze. Ultimo dei servi della gleba europei e padre dei contadini rivoluzionari della nostra epoca, Jernej acquista cosi i contorni di una figura capitale della coscienza rivoluzionaria del nostro secolo, al quale affida la propria catarsi.

Ivan Cankar nasce a Vrhnika, di poverissima famiglia, nel 1876. Studente a Lubiana, promuove il rinnovamento della moderna letteratura slovena di cui sarà il maggiore protagonista. A Vienna dal 1898 al 1909 scrive in questo periodo alcuni dei suol capolavori, tra cui il Kacure lo Jernej. Socialista, svolge tra il suo popolo un’intensa attività di scrittore, drammaturgo e polemista rivoluzionario. Osteggiato dai circoli dominanti e perseguitato dalle autorità, muore nel dicembre 1918, poche settimane dopo il tracollo di quell’impero che egli aveva sempre combattuto.

(quarta di copertina)

 

 

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