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Capossela Vinicio, Tefteri, Il Saggiatore, 2013

Capossela Vinicio


Tefteri

Il Saggiatore


Stato di conservazione:

OTTIMO, dedica alla sguardia ant., per il resto il ordine

Disponibilità: SI 

- solo 1 copia!

€ 7,00
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Scheda del libro

Autore Capossela Vinicio
Titolo Tefteri
Sottotitolo Il libro dei conti in sospeso
Editore
Il Saggiatore
Luogo di edizione Milano
Anno di pubblicazione 2013
Collana
Le Silerchie
Edizione
I edizione
ISBN / # catalogo 9788842819417
Lingua
Italiano
Pagine / contenuti pp. 154
Formato cm 19,7 x 13
Legatura cart. edit.
Stato di conservazione OTTIMO, dedica alla sguardia ant., per il resto il ordine
Qualità
Prezzo € 7,00

Altre informazioni

Una taverna invisibile dalla strada, una porta modesta a segnalare l'ingresso. Dentro, pochi tavoli, luci basse, fumo. In fondo alla sala una piccola pedana, dove si suona seduti in linea, di fronte agli avventori. Voce, chitarra, buzuki. Stasera si suona rebetiko. Si ascolta mentre si mangia e si beve. È l'eucaristia che si riceve da seduti, senza poter scappare, e la taverna è la sua chiesa.
Vinicio Capossela ha percorso le strade della Grecia nell'anno del tracollo finanziario. Ha incontrato quel che resta dei leggendari rebetes nelle taverne di Atene, Salonicco, Creta, catturando visioni, ebbrezze, magie e illusioni su un piccolo taccuino, il suo Tefteri. Capossela racconta una Grecia inedita, sofferente e fiera, che riscopre il rebetiko come musica della krisis. Una musica dell'assenza, nata dalla rabbia e dalla nostalgia di un popolo, quello greco-turco, che nel 1922 si trovò sradicato e straniero in patria. Rebetiko è scelta politica. Rebetiko è appartenenza. È il canto di sirena che riecheggia nei porti del Mare nostrum. Per il rebetiko non si applaude, si rompono piatti: la radice della sua forza unica affonda nel suo anarchismo.
Nota dopo nota, pagina dopo pagina, il Tefteri è la trascrizione dei debiti e dei crediti che bisogna fare per "imparare il mestiere di campare". Il registro dei conti in rosso che tutti hanno con la vita e la morte. Perché, fin dall'antichità, quello che viene dalla Grecia partecipa dell'universale, ci dice dell'uomo e del suo destino, là dove è nato. Quando superò la necessità e inventò il gioco, la festa, l'arte. Quando sollevò il capo e divenne anthropos.

(dalla nota all'occhietto)

 

 

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