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Ceronetti Guido, La pazienza dell'arrostito, Adelphi, 1990

Ceronetti Guido


La pazienza dell'arrostito

Adelphi


Stato di conservazione:

OTTIMO, lievissimo scolorimento al dorso (appena percettibile), minimi segni del tempo

Disponibilità: Già acquistato

€ 8,00

Scheda del libro

Autore Ceronetti Guido
Titolo La pazienza dell'arrostito
Sottotitolo Giornale e ricordi (1983-1987)
Editore
Adelphi
Luogo di edizione Milano
Anno di pubblicazione 1990
Collana
Biblioteca Adelphi
Edizione
I edizione
ISBN / # catalogo 9788845907937
Lingua
Italiano
Pagine / contenuti pp. 354
Formato cm 22 x 14
Legatura brossura con alette
Stato di conservazione OTTIMO, lievissimo scolorimento al dorso (appena percettibile), minimi segni del tempo
Qualità
Prezzo € 8,00

Altre informazioni

Ancora una volta, e come fosse per la prima volta, seguiamo Ceronetti nella sua perenne irrequietezza. Ma ormai i vagabondaggi nello spazio e nella mente si sono amalgamati. E anche «“Il mondo si va unificando”... Sì, ma nel male e in vista del male». Viaggiare è ormai un’attività da «collezionista di ripugnanze». Oggi i roghi di invisibili inquisitori «ci arrostiscono con tacita, misteriosa lentezza». E non rimane allora che esercitare la pazienza, rivaleggiando vanamente con la «pazienza del tempo», che sa offrirci, in una piccola chiesa sperduta, «fiori di plastica in tuniche di polvere». Mentre è sempre un segnale di vitalità il guizzo del comico: basta allora che Ceronetti elenchi i regali ricevuti nel corso degli anni, o anche gli animali che si vedono sempre meno (anche le zanzare sono in diminuzione...).
Così appare una nuova forma: una sorta di monologo interiore-esteriore, dove si prende nota delle scritte sui muri, dei nomi sulle lapidi e dei prezzi ai ristoranti, mentre continuano a ripresentarsi altri fantasmi: Giorgione, un versetto dei profeti, Goya, un libro appena letto, la guerra civile spagnola, Velázquez. Questa forma, in cui Ceronetti ci invita a leggerlo, la forma di questo libro, che forse è il suo più intimo, e perciò anche il più esposto, corrisponde a quella in cui egli stesso ne legge ogni altro: «Il frammento che si accende all’improvviso come un Intero accessibile e concentrato, e che sommandosi con altri, prossimi e lontani, del medesimo testo, crea l’immagine di una nuova, screpolata Totalità testuale: non ho, coi più importanti autori a me noti, altra relazione che questa. La storia del pensiero, come l’altra, è storia di amputazioni e di amputati: l’Intero e il Tutto si adunano e brillano nel moncone, come tutta quanta la Legione si riconosce nella mano di legno del capitano Danjou».

(dal risvolto di copertina)

 

 

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