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Del Buono Oreste, Poco da ridere, De Donato, 1976

Del Buono Oreste


Poco da ridere

De Donato


Stato di conservazione:

MOLTO BUONO, minime tracce d'uso e del tempo alla sovraccoperta, volume in perfette condizioni, solo leggermente ingiallito ai tagli

Disponibilità: Già acquistato

€ 15,00

Scheda del libro

Autore Del Buono Oreste
Titolo Poco da ridere
Sottotitolo Storia privata della satira politica dall' "Asino" a "Linus"
Editore
De Donato
Luogo di edizione Bari
Anno di pubblicazione 1976
Collana
Dissensi
Numero 79
ISBN / # catalogo 3894
Lingua
Italiano
Pagine / contenuti pp. 145
Formato cm 17,5 x 10
Legatura brossura con sovraccoperta
Stato di conservazione MOLTO BUONO, minime tracce d'uso e del tempo alla sovraccoperta, volume in perfette condizioni, solo leggermente ingiallito ai tagli
Qualità
Prezzo € 15,00

Altre informazioni

La satira politica - quella disegnata e 'parlante', dalle 'vignette' dell'«Asino» a quelle della «Repubblica», dalla striscia di «Linus» a quella di «Panorama» - va di moda: storie seriose, epitomi, reprint, nostalgiche celebrazioni accomunano 'classici' e 'avanguardisti'. Un'illustre scomparsa? Ma non era appena rinata? Di che vive, di che può morire, oggi, la satira politica in Italia?
Oreste Del Buono - che nella satira è di casa da tempo, avendo esordito nel Cestino del «Bertoldo» assai prima di dirigere il «Linus» di Chiappori, Pericoli & Pirella & Co. - tenta di risolvere il dubbio interrogando, a sua volta, in forma 'privata', cioè intima e brutale, casi e personaggi della satira politica nostrana.
Dall'«Asino» di Podrecca e Galantara al «Becco giallo» e all'«Uomo Qualunque» di Guglielmo Giannini, dal Mosca del «Bertoldo» al «Candido» di Guareschi, fino al 'suo' «Linus».
Il risultato è sconcertante: anche i 'caratteri' più risaputi si scompongono in una inquietante ambiguità. Podrecca, il mangiapreti, finisce, nel '19, in lista fra Mussolini e Marinetti; prima di inventare il «Merlo» filofascista e l'«Uomo Qualunque» qualunquista, Giannini firma il «Becco giallo» insieme al fior fiore dell'antifascismo in esilio; il grande Maccari del «Selvaggio», perseguitato dai gerarchi, non fu, a modo suo, 'fascista'? E allora? Probabilmente, nell'Italia degli anni '70, anche la satira politica non può non essere nuova, imprevedibile, tutta da inventare. Il passato, gli antenati, hanno poco da insegnare.

(dal risvolto di copertina)




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