Barbacane Libri di Anna Marsilio
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Autore | Maestri Cesare |
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Titolo | Arrampicare è il mio mestiere |
Editore | |
Luogo di edizione | Milano |
Anno di pubblicazione | 1964 |
Collana | |
Edizione | |
ISBN / # catalogo | 3802 |
Lingua | |
Pagine / contenuti | pp. IV, 217, con foto b.n. e a col. f.t. |
Formato | cm 23 x 16 |
Legatura | cart. edit. in tutta tela con sovraccoperta |
Note | Prefazione di Dino Buzzati |
Stato di conservazione | MOLTO BUONO, piccole tracce d'uso e qualche strappetto ai margini della sovraccoperta, volume in ottime condizioni (solo un leggero ingiallimento ai tagli), conservata la fascetta originale |
Qualità | |
Prezzo | € 18,00 |
Forse per la prima volta nella letteratura di montagna, sotto la figura dell'arrampicatore spericolato, il lettore scoprirà in questo libro un uomo che, nel suo amore esclusivo per la montagna, cerca la più completa e piena realizzazione di se stesso. Il notissimo «ragno delle Dolomiti».
Cesare Maestri, descrivendo le sue scalate più memorabili, narra i momenti salienti della sua esistenza, che sembra concentrarsi nell'ardimento supremo del sesto grado, nelle notti di bivacco, nell'estenuante ricerca di superare un liscio diedro, una parete strapiombante, quando cioè egli raggiunge la piena consapevolezza delle proprie forze e dei propri limiti.
Le salite solitarie oppure in cordata si susseguono, ma se la passione è sempre la stessa, l'animo è sempre diverso. La montagna gli dà grandi gioie, ma anche profondi, insanabili dolori. Dallo strazio del distacco dai valorosi compagni sorge il dramma intimo. Ed ecco che in queste pagine scaturite di getto dai ricordi si insinua un elemento talora perfino sconcertante. È lo spietato bisogno di sincerità, di autocritica con cui Maestri esamina la propria passione per la montagna senza indulgenze, scoprendo l'orgoglio fine a se stesso, l'egoistico desiderio di farsi valere sugli altri. Il libro, ora aspro ora lirico, è scritto sotto l'assillo di una domanda: è questo il modo migliore, più valido di vivere, di collaborare all'opera comune, di trovare il vero, caldo contatto con gli altri uomini? Libro di montagna, dunque, con esperienze vittoriose e tragiche; ma anche espressione di una personalità non comune, di una profonda angoscia umana che la solitudine delle arrampicate, il silenzio delle notti passate a scrutare ogni angolo di cielo, ogni brandello di nuvola, hanno risvegliato nel cuore di un uomo semplice, vivo, pieno di energie e di vigore giovanile, eppure già cosi provato e quindi consapevole del dolore e della morte sempre in agguato nella vita degli uomini e delle cose.
(dal risvolto di copertina)
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