Barbacane Libri di Anna Marsilio
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Autore | Erofeev Venedikt |
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Titolo | Mosca sulla vodka |
Editore | |
Luogo di edizione | Milano |
Anno di pubblicazione | 1977 |
Collana | |
Numero | 244 |
Edizione | |
ISBN / # catalogo | 3807 |
Lingua | |
Pagine / contenuti | pp. 186 |
Formato | cm 20 x 13 |
Legatura | cart. edit. |
Note | A cura di Pietro Zveteremich |
Stato di conservazione | OTTIMO |
Qualità | |
Prezzo | € 24,00 |
Soliloquio di un ubriacone lirico salito sul treno che lo porterà dall'amata, resoconto rabelesiano di una sbornia colossale (talmente colossale che, alla fine, il viaggiatore si ritrova al punto di partenza), Mosca-sulla-Vodka, che già circolava nell'Unione Sovietica come samizdat, cioè attraverso canali clandestini, viene ora accolto in Europa come un'opera di eccezionale interesse. Si tratta, certamente, della "parodia più russa di tutta la letteratura russa", come scrive "Le Monde", ma anche di un "poema tragico", come suggerisce l'autore. Abbandonandosi alla voluttà di chi rifiuta tutti i Valori Supremi, il protagonista approfitta del suo stato di ebbrezza (gli ubriaconi, si sa, sono irrispettosi) per fare scattare una spettacolare operazione satirica: all'irrisione non sfuggono i dogmi del marxismo catechistico, né gli slogan di ricambio offerti dal capitalismo, né i miraggi dell'intramontabile neo-cristianesimo russo... La satira, come rileva Pietro Zveteremich in una nota alla presente edizione, nasce già dal linguaggio, che "è di per sé una provocazione nel suo impasto grottesco di gergo ufficiale, 'sovietico sacrale', e del parlata della strada, dei beoni, del turpiloquio e dell'affronto"... Un vasto retroterra culturale, che va da Gogol' a Siniavskij passando per Bulgakov, viene evocato per buttare a gambe all'aria gli stereotipi di una retorica sfrontatamente rassicurante. Questa dissacrazione, questo dirompente ritorno del rimosso, non ha una conclusione lieta. Petuskí, la località cui sembra diretto l'avventuroso viaggio, è la meta agognata, i luogo dove l'amata attende, ma è anche la Terra Promessa cui non si riesce ad approdare un Eden irraggiungibile. Partito per Petuskí, Erofeev si ritrova di fronte alle mura del Cremlino, alla Legalità che non perdona, e quasi ci si vergogna un po' di aver riso tanto.
(quarta di copertina)
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