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Jabes Edmond, Il libro della sovversione non sospetta, Feltrinelli, 1984

Jabes Edmond


Il libro della sovversione non sospetta

Feltrinelli


Stato di conservazione:

MOLTO BUONO, piccole imperfezioni ai margini della copertina e al dorso, leggero ingiallimento, per il resto in ordine

Disponibilità: SI 

- solo 1 copia!

€ 20,00
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Scheda del libro

Autore Jabes Edmond
Titolo Il libro della sovversione non sospetta
Editore
Feltrinelli
Luogo di edizione Milano
Anno di pubblicazione 1984
Collana
Impronte
ISBN / # catalogo 5399
Lingua
Italiano
Pagine / contenuti pp. 108
Formato cm 18,5 x 12,5
Legatura brossura con alette
Note Traduzione dal francese di Antonio Prete
Stato di conservazione MOLTO BUONO, piccole imperfezioni ai margini della copertina e al dorso, leggero ingiallimento, per il resto in ordine
Qualità
Prezzo € 20,00

Altre informazioni

Con Il libro della sovversione non sospetta Jabès rimedita l'avventura stessa della scrittura, dopo che con Il libro delle interrogazioni e Il libro delle somiglianze ha fatto dell'erranza una scrittura, del deserto un'interrogazione sul silenzio e sulla parola, della condizione di ebreo un incessante rapporto - di cancellazione, di ritrovamento, di frammentazione e perdita - col Libro.
Il Libro, sola patria dell'ebreo, qui prende forma nel momento in cui scompare, come una traccia intravista sotto la sabbia. Scrivere è riconoscere il silenzio come ritmo della parola, la solitudine come orizzonte del dialogo, l'oblio - figura costitutiva del tempo e della memoria - come sorgente del pensiero. Scrivere è lasciare che l'impensato sfidi il pensiero e lo sovverta. La sovversione di cui si parla è l'atto stesso della scrittura, inteso come cammino tra le immagini provenienti da altri libri e dal primo libro, il Libro sacro, che è il libro perduto, il libro mai compiuto.
Come ogni libro di Jabès, anche questo procede per frammenti, illuminazioni, improvviso accamparsi di voci perdute - di rabbini, di maestri, di personaggi interiori - voci che compongono, cancellano e tornano a pronunciare sempre una domanda che non s'acquieta in nessuna risposta, una domanda che insegue una parola più silenziosa del silenzio, un nome più proprio d'ogni nome proprio, un luogo più illuminato del deserto.

(dalla quarta di copertina)

 

 

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