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Neihardt John G., Alce Nero parla, Adelphi, 1983

Neihardt John G.


Alce Nero parla

Adelphi


Stato di conservazione:

OTTIMO, solo una lieve traccia di polvere al taglio sup., per il resto in ordine

Disponibilità: Già acquistato

€ 14,00

Scheda del libro

Autore Neihardt John G.
Titolo Alce Nero parla
Sottotitolo Vita di uno stregone dei Sioux Ogala messa per iscritto da John G. Neihardt (Arcobaleno fiammeggiante)
Editore
Adelphi
Luogo di edizione Milano
Anno di pubblicazione 1983
Collana
Biblioteca Adelphi
Numero 17
ISBN / # catalogo 9788845900518
Lingua
Italiano
Pagine / contenuti pp. 280, con alcune ill. b.n. f.t.
Formato cm 22 x 14
Legatura brossura con alette
Note Traduzione di Rodolfo Wilcock. Illustrazioni di Orso in Piedi
Stato di conservazione OTTIMO, solo una lieve traccia di polvere al taglio sup., per il resto in ordine
Qualità
Prezzo € 14,00

Altre informazioni

Con la naturale autorità degli antichi cantori epici, Alce Nero, vecchio stregone Sioux, ci conduce in questo libro attraverso le vicende della sua vita, nel periodo più tragico della storia del suo popolo: gli ultimi decenni dell’Ottocento, in cui i bianchi, i Wasichu, attirati dal «metallo giallo», distrussero in un lungo, feroce conflitto, ogni possibilità di sopravvivenza, come nazione, dei pellirosse, invano sospinti, alla fine delle loro speranze, da un’estrema fiammata messianica.
Nell’estate del 1931, per giorni e giorni, seduto all’aperto tra una capanna di tronchi e una tenda sacra, alla presenza di alcuni vecchi compagni, Alce Nero raccontò i suoi ricordi a John Neihardt, appassionato rievocatore della storia del West.
A nove anni, Alce Nero aveva avuto il segno della sua vocazione: improvvisamente gli si era rivelata la sua «visione di potere», un immenso teatro di immagini simboliche, che gli indicava la sua missione di guida per la rinascita dei Sioux. Da allora ogni fatto della vita di Alce Nero sarà vissuto in riferimento a quelle immagini, perché, secondo le credenze Sioux, la visione diviene operante solo se chi la ha avuta riesce a renderla visibile agli altri in cerimonie e fatti. Alce Nero tenta continuamente di «mettere in scena» la sua visione, ma ogni volta manca qualche cosa perché essa divenga realtà, e il destino precipita - e appunto in questo è la tragica intensità delle memorie del vecchio stregone.
Con estrema semplicità e insieme con solenne tono cerimoniale, Alce Nero ripercorre le fasi della sua vita: la rivelazione religiosa della sua infanzia, le prime lotte con i bianchi, esseri incomprensibili e rapaci, fino alle rovinose ultime battaglie, descritte con potente respiro drammatico. Infine, come beffa finale, il viaggio in Europa, dove Alce Nero, diventato ormai una curiosità esotica per i bianchi, partecipa a uno spettacolo di circo con Buffalo Bill, e viene presentato alla regina Vittoria. Il mondo occidentale ci appare in pagine memorabili, come una enorme, continua allucinazione, una terra irreale e misteriosa, un incanto maligno da cui fuggire.
Il racconto di Alce Nero ci obbliga a un rovesciamento di prospettive: i «cattivi pellirosse» della rudimentale epopea americana del West si rivelano portatori di una civiltà ricca e complessa, consapevoli della propria agonia, sprezzanti dei beni insidiosi che l’Occidente pretende di imporre loro. E soprattutto, nell’insieme del racconto, si staglia una fisionomia di irriducibile nobiltà: il narratore stesso, il vecchio stregone Alce Nero, lucido e desolato, eppure inflessibile nelle sue certezze.

(risvolto di copertina)

 

 

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