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Serpa Pinto Alessandro, Come ho attraversato l'Africa dall'oceano Atlantico all'oceano Indiano per regioni ignote (2 voll.), Treves, 1883

Serpa Pinto Alessandro


Come ho attraversato l'Africa dall'oceano Atlantico all'oceano Indiano per regioni ignote (2 voll.)

Treves


Stato di conservazione:

MOLTO BUONO, minimi ordinari segni d'uso e del tempo (tagli bruniti, fioriture), macchioline ai dorsi, legatura solida e compatta, nessun segno o scritta all'interno

Disponibilità: Già acquistato

€ 250,00

Scheda del libro

Autore Serpa Pinto Alessandro
Titolo Come ho attraversato l'Africa dall'oceano Atlantico all'oceano Indiano per regioni ignote (2 voll.)
Sottotitolo Parte I. La carabina del Re. Parte II. La famiglia Coillard
Editore
Treves
Luogo di edizione Milano
Anno di pubblicazione 1883
ISBN / # catalogo 4932
Lingua
Italiano
Pagine / contenuti pp. X, 270, con 97 incisioni e 5 carte geogr.; pp. 235, con 70 incisioni e 3 carte geogr.
Formato cm 30 x 21,5
Legatura cart. coevo mezza tela muto
Stato di conservazione MOLTO BUONO, minimi ordinari segni d'uso e del tempo (tagli bruniti, fioriture), macchioline ai dorsi, legatura solida e compatta, nessun segno o scritta all'interno
Qualità
Prezzo € 250,00

Altre informazioni

Quest'opera non ha alcuna pretesa d'essere un lavoro letterario. Scritto senza preoccupazione della forma, riproduce fedelmente il mio Giornale di viaggio. Anzitutto ho cercato di rilevare ciò che parevami interessante per gli studi di geografia e di etnografia. In Europa,, o piuttosto per chi non ha mai viaggiato nel selvaggio cuore dell'Africa, è impossibile di comprendere ciò che si soffre nel Continente nero, le difficoltà che s'incontrano ad ogni passo, la resistenza ferrea e il travaglio continuo a cui è esposto l'esploratore. Le narrazioni di Livingstone, di Cameron, di Stanley, di Burton, di Grant, di Savorgnan di Brazzà, di Abbadie, d'Ed. Mohr, e di tanti altri, non danno che una debole idea di ciò ch'è un viaggio in Africa. Non fu per guadagnar denaro che andai in Africa. Non vi ricevetti che il magro soldo d'ufficiale, e nulla più.

(dalla prefazione dell'autore, pp. VII-VIII)

 

 

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